Asole a mano o a macchina?
E’ la tecnologia contro l’arte. La perfezione contro la manualità con tempistiche e lavorazioni molto diverse. Di cosa sto parlando? Beh, delle differenze tra l’asola a mano e a macchina. Chiarisco subito una cosa per chi non conosce l’argomento: l’asola (o l’occhiello) è l’apertura di una giacca, di una camicia, di un cappotto in cui si infila il bottone per chiudere il tessuto. Insomma, magari non sapevi che si chiamava così, ma l’avrai sicuramente vista. Tuttavia riconoscere un occhiello sartoriale da uno a macchina non è propriamente facile


Ma poi come si fa a riconoscere se l’asola è stata fatta a mano o con una macchina? In effetti un occhio poco esperto non è in grado di distinguerle. Esistono, però, alcuni “trucchetti” per farlo.
Asole fatte a macchina
Alla base di tutto c’è una divaricazione tra automazione e manualità. L’asola a macchina è perfetta e precisa. Ma queste due qualità non sono sinonimo di migliore, anche perché in sartoria molti concetti cambiano significato rispetto al senso comune. L’asola a mano, quindi, è imperfetta, ma anche unica. E in questa ultima caratteristica risiede la sua estrema bellezza e ricercatezza.
Già, queste note di stile sono fondamentali per addentrarci nell’aspetto più tecnico. Per riconoscere la differenze bisogna dare un’occhiata al rovescio dell’asola. Se i punti sono omogenei, simmetrici ed equidistanti, la tecnica è a macchina. Al contrario, se la disposizione dei punti è irregolare, con un ritmo del filo ora incerto ora deciso, allora ci troviamo di fronte a un’asola fatta a mano.
Per gli abiti che confeziono tendo a utilizzare sempre la tecnica manuale. Certo, la tempistica gioca a sfavore, ma io resto convinto dell’idea che un abito su misura deve avere le asole cucite a mano, perché secondo me in sartoria estetica e lentezza vanno a braccetto.
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